- Antefatto
- La mancata secolarazizzazione
- Irrazionalità e neutralizzazione dello spirito critico
- Il piano politico
- Refrattarietà al cambiamento
- Ipocrisia e omertà
- (Ir)responsabilità individuale
- Senso di colpa
- Conclusione
- Credits
Caveat 1: vista la delicatezza degli argomenti trattati in questo post, metto le mani avanti prima di scatenare l’ira dei credenti. Questo articolo non vuole in alcun modo offendere i credenti, tantomeno mettere in discussione la libertà religiosa, fatto salvo che questa venga esercitata in maniera compatibile con i principi fondanti di uno stato laico moderno, come si suppone dovrebbe essere l’Italia.
Antefatto
Il bisogno di scrivere questo post è stato triggerato1 dalla constatazione che, anche all’interno del partito a cui mi sono iscritto l’anno scorso, non sono ben chiari i contorni della questione. Nonostante questo soggetto politico si ispiri a principi di razionalità e pragmatismo, infatti, molti degli iscritti non hanno a mio parere una visione complessiva della problematica. Sono quindi portati a non coglierne completamente tutte le sfaccettature e tutti gli effetti che questa ha sulla società italiana. Ho sentito conseguentemente la necessità di mettere per iscritto una volta per tutte le considerazioni fatte nel corso degli anni e, in particolare, negli ultimi 12 mesi in virtù del confronto con altri associati.
Caveat 2: Vista la presenza millenaria nella nostra penisola della Chiesa cattolica, è ovvio che, anche nei passaggi in cui sono assenti riferimenti espliciti a questa, molti penseranno che mi stia riferendo esclusivamente al cattolicesimo mentre scrivo. In realtà, molti dei concetti hanno validità generale in relazione al fenomeno religioso in quanto tale.
Caveat 3: Metto le mani avanti anche per anticipare chi non cederà alla tentazione di bollarmi come l’ennesimo scientista. Il metodo scientifico, essendo praticato (almeno per ora …) da esseri umani, non è perfetto e non credo proprio che ci porterà alla spiegazione di tutti i fenomeni. È però evidente a tutti che sia, per il momento, di gran lunga lo strumento più robusto che abbiamo a disposizione per l’indagine del mondo. Se qualcuno dovesse trovarne uno più efficace, ben venga! Fino a quel momento, teniamocelo stretto, pur essendone consapevoli dei limiti.
Caveat 4: Essendo il tema trattato riferito alla specificità della condizione dell’Italia, il post è in italiano in quanto destinato sostanzialmente a lettori del mio paese. Ad ogni modo, ottenerne una versione in inglese o in qualsiasi altra lingua oggi è veramente “just one click away”.
La mancata secolarazizzazione
Anche l’Italia è investita dal fenomeno della secolarizzazione per cui il ruolo della religione nella nostra società appare sempre meno centrale con il passare del tempo. Nonostante questo, nel nostro paese sono ancora in vigore delle leggi — addirittura a livello costituzionale! — che legittimano un potere e una condizione di privilegio delle istituzioni religiose (una in particolare, of course) del tutto ingiustificati, anacronistici e, oserei dire, grotteschi per uno stato che si definisce laico.
Molte persone si rendono conto del problema, ma si soffermano su quella che è la punta dell’iceberg, cioè il ridicolo e famigerato meccanismo dell’otto per mille. A parte il fatto che il suo truffaldino algoritmo di calcolo è concepito scientemente per favorire smaccatamente una istituzione religiosa in particolare e cioè la Chiesa cattolica, non si capisce perché si debba inserire un meccanismo di questo tipo nella dichiarazione dei redditi (la cui gestione a livello amministrativo è pagata con risorse pubbliche), dato che in qualsiasi momento chiunque può fare delle erogazioni liberali (che godono di benefici fiscali) a qualsiasi istituto religioso. Ma, come detto, le ripercussioni della legittimazione della presenza della religione nella sfera pubblica sono ben più profonde. Fermo restando il diritto di ogni individuo di credere a ciò che vuole e di professare la propria religione anche in forme organizzate, non c’è motivo per cui questo debba essere consentito o addirittura agevolato nella sfera pubblica, a maggior ragione se questo comporta un esborso di denaro pubblico. Questo mi sembra talmente ovvio per uno stato che si definisce laico che credo non serva aggiungere altro. Mi soffermo quindi nei paragrafi successivi su altri aspetti più sottili, ma che hanno un impatto ben più profondo nella nostra società. Sembra incredibile doverlo fare nel 2025, ma non appare così sorprendente se si tiene conto del fatto che l’Italia ha la peculiarità di essere quel paese che ha al proprio interno la Città del Vaticano. Di conseguenza, ha opposto e continua a opporre delle comprensibili ma fortissime resistenze al processo di secolarizzazione nonostante questo convenzionalmente si ritenga concluso addirittura nel corso del Seicento!
Irrazionalità e neutralizzazione dello spirito critico
La pervasività del “pensiero” religioso nelle pieghe della società ha fatto sì che in molti diano per scontata la legittimazione della “fondatezza” delle idee religiose. Si dimenticano, cioè, del fatto che, come stanno un po’ alla volta dimostrando le scienze, queste credenze sono frutto di invenzioni che la nostra mente ha partorito nel corso dei millenni per dare delle risposte a delle umanissime e giustificatissime istanze della nostra specie. Risposte che si sono rivelate essere utili in chiave evoluzionistica2. AI Overview di Google ci fornisce questa ottima sintesi in merito:
La religione può essere vista come un’invenzione umana che offre strumenti di sopravvivenza, fornendo spiegazioni per l’inspiegabile, un senso di ordine morale, coesione sociale e speranza di fronte all’incertezza e alla morte. Le prime testimonianze religiose, legate a pratiche funerarie, suggeriscono la credenza in una vita dopo la morte.
- Spiegazioni e controllo: Le religioni offrono risposte a domande esistenziali, come l’origine del mondo e della vita, dando un senso di controllo su eventi altrimenti inspiegabili e terrificanti.
- Morale e coesione sociale: Molte religioni stabiliscono codici morali che promuovono la cooperazione e la fiducia all’interno di un gruppo, punendo i trasgressori e ricompensando i virtuosi. Questo rafforza la struttura sociale e favorisce la sopravvivenza del gruppo.
- Speranza e conforto: La fede in entità superiori e in un’esistenza futura può fornire conforto di fronte alla sofferenza e alla mortalità. Credenze come la vita dopo la morte o la reincarnazione offrono la speranza di un’esistenza che trascende la morte fisica.
- Identità e appartenenza: Le religioni creano un forte senso di identità e appartenenza condivisa, rafforzando i legami sociali e la solidarietà tra gli individui. Questo è stato fondamentale per la cooperazione e la sopravvivenza delle prime comunità umane.
Questa pervasività ha come effetto la neutralizzazione del pensiero critico, cioè esattamente del fuoco che alimenta il metodo scientifico il quale rifiuta il principio di autorità, mettendo incessabilmente e instancabilmente in discussione quella che provvisoriamente viene ritenuta come “verità” (rigorsamente con la “v” minuscola). In quest’ottica, il contributo del non-pensiero religioso è devastante nell’inibire l’utilizzo delle potenzialità che la natura ci ha dato fornendoci di una settantina di miliardi di neuroni. Non appaiono quindi sorprendenti fenomeni incredibili come i no-vax (quando basati su credenze prive di qualsiasi fondamento scientifico) o il ricorso massiccio a sette di ogni risma, maghi, cartomanti, indovini, ecc. con conseguenze spesso anche drammatiche.
È indubbio come, oltre ai vantaggi evoluzionistici di cui sopra, l’approccio religioso abbia un altro potentissimo alleato nella biologia del nostro cervello, esempio supremo di entità capace di massimizzare il risparmio energetico: inventare una verità che spiega l’inspiegabile è una scorciatoia comodissima che fa risparmiare una sacco di tempo ed energie che altrimenti dovremmo spendere per capire come stanno davvero le cose. Oggi fortunatamente la maggior parte della popolazione mondiale non deve affrontare le sfide che i nostri antenati vivevano quotidianamente per sopravvivere e quindi penso che abbiamo tutte le possibilità per fare lo sforzo necessario per superare questa “soluzione” di comodo, con tutti i benefici che ne derivano per affrontare un mondo complesso in cui come non mai c’è un gran bisogno di spirito critico e autonomia di pensiero3.
Il piano politico
È chiaro che inculcare nelle persone fin dall’infanzia il principio di autorità possa contribuire a sopire la capacità di porsi criticamente rispetto alle affermazioni di tutto ciò che viene percepito come “autorità”. Non fa eccezione il piano della politica nel quale noi italiani spesso trasponiamo colpevolmente questa forma mentis acritica, rafforzata da come siamo abituati a porci nei confronti della religione. Da cui i fenomeni di cieca fede politica per cui i sostenitori dei partiti spesso si trasformano, senza rendersene conto, in tifosi da stadio, incapaci di porsi criticamente di fronte ai problemi e, soprattutto, alle soluzioni miracolose che il politico di turno gli propina. In questo senso, passeranno alla storia (dalla parte sbagliata) sciocchezze sesquipedali come il super bonus (ma ce ne sarebbe per tutti i partiti) del quale pagheremo le conseguenze per decenni. Questo atteggiamento da “guerra di religione” può inoltre avere delle derive estreme, sfociando in forme di violenza politica per cui ci si ritiene legittimati ad imporre la propria visione delle cose con le buone o con le cattive. Non a caso il fascismo storico è nato qui.
All’inizio di questo paragrafo ho parlato di infanzia perché, in virtù dei Patti Lateranensi, ancora oggi la Chiesa cattolica detiene un potere enorme, cioè quello di avere accesso agli studenti della scuola dell’obbligo fin dall’età di 6 anni (o anche prima se i bambini frequentano degli asili gestiti da istituzioni religiose). Cioè esattamente nella fase della vita delle persone in cui si è più indifesi dal punto di vista intellettuale perché naturalmente non si sono ancora sviluppati gli strumenti necessari per valutare criticamente ciò che ci viene detto, a maggior ragione se proferito da figure che ci vengono dette rappresentare l'”autorità”. Uno degli strumenti con cui si attua questo “brainwashing” è la famigerata ora di religione che viene spacciata ipocritamente come un momento di insegnamento della storia delle religioni. Fortunatamente, i dati ci dicono che sempre più studenti esercitano il diritto all’esonero.
Refrattarietà al cambiamento
Come spesso avviene per chi si trova in una posizione di potere, uno dei modi migliori per mantenere la propria posizione è opporsi strenuamente al cambiamento. È un fenomeno che avviene in tutte le organizzazioni sociali e, come tale, investe anche le istituzioni religiose. Non ci sarebbe alcun problema se questo rimanesse confinato in ciò che concerne il professare la propria religione. Anche in questo caso, invece, questa forma mentis spesso travalica questi confini e si riflette in tantissimi ambiti della nostra società, contribuendo a plasmare un paese che, per molti aspetti, combatte con le unghie e con i denti per rimanere avvinghiato a un passato che non esiste più e che non si può certo ripristinare.

Cosa per certi versi comprensibile alla luce del fatto che una buona fetta della nostra popolazione è costituita da persone che hanno vissuto in quel periodo la fase più bella della propria vita. Questa refrattarietà al cambiamento è però elevata a rango istituzionale in virtù del potere tuttora esercitato dalla Chiesa cattolica. E le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, ad esempio nel campo dei diritti civili, in cui sistematicamente le istituzioni ecclesiastiche interferiscono intromettendosi nella discussione politica, cosa che incredibilmente viene percepita da molti italiani come del tutto normale. Ma anche in ambito economico gli effetti si fanno sentire, diffondendo timori esagerati per tutto ciò che si teme possa alterare lo status quo, risultando in un’avversione patologica rispetto a qualsiasi innovazione che, in un mondo che corre veloce infischiandosene di cosa ne pensa il Belpaese, stiamo pagando a caro prezzo.

Ipocrisia e omertà
Opere come il celebre film “Il caso Spotlight” hanno mostrato al mondo intero — non che per noi italiani ce ne fosse io bisogno — la mentalità omertosa e ipocrita che la cultura delle sette contribuisce a diffondere e alimentare. Senza scomodare l’infamante copertura di reati gravissimi perpetrati proprio nei confronti delle persone più deboli che le organizzazioni religiose si sgolano a dire di voler difendere, pensiamo all’ipocrisia della difesa dell'”ora di religione”, spacciato per un non ben identificato insegnamento della storia delle religioni, cosa che non è, come chiaramente si evince leggendo il testo del concordato.
(Ir)responsabilità individuale
Un altro effetto devastante sul piano sociale della dottrina cattolica specificatamente è il concetto dell’assoluzione dei peccati. Di per sé, l’idea potrebbe essere anche un potentissimo strumento di sensibilizzazione rispetto a temi quali il senso civico e la disciplina sociale. Se commetto un errore, specialmente se questo causa danni alla collettività, è giusto che subisca delle conseguenze, pagando un prezzo proporzionale al danno cagionato. Peccato che, per come è implementata l’espiazione della pena — almeno ai miei tempi era così, non so se le cose siano state ulteriormente annacquate nel frattempo —, in pratica al peccatore venga detto implicitamente che, indipendentemente dal fatto che abbia rubato una caramella o abbia evaso milioni di euro, non c’è problema. Un buffetto sulla guancia e vai in pace. Questo si traduce in una percezione completamente falsata di quella che è la responsabilità individuale, con conseguenze evidenti che, quando investono la sfera della gestione della cosa pubblica, ci rendono ridicoli di fronte al mondo intero. Altro caveat obbligatorio prima che qualche lettore, non resistendo alle sue pulsioni polarizzanti (che tutti abbiamo, by he way), mi accusi di sciocchezze come voler fare apologia dei paesi stranieri o addirittura di essere autorazzista: fermo restando che nessun paese è perfetto e bla bla bla, non v’è chi non veda come generalmente i paesi di cultura protestante/calvinista abbiano un rapporto con la cosa pubblica e con le responsabilità che derivano quando si è chiamati a gestirla leggermente diverso diverso da quello nostrano, pur con lodevolissime eccezioni. A tal proposito, proprio mentre scrivevo questo post, mi sono imbattuto in questo bel contenuto.
Senso di colpa
Un altro aspetto che trovo intollerabile della dottrina cattolica è l’instillare un senso di colpa “ancestrale” nelle persone, come se non bastassero già quelli che ci creiamo sulla base di convenzioni sociali variamente assortite. La cosa assume contorni preoccupanti quando questo aberrante processo avviene nei confronti di minori, naturalmente indifesi e permeabili a questo tipo di manipolazioni come detto in precedenza. Non mi risulta però che organizzazioni quali Telefono Azzurro o UNICEF, sempre prodighe a combattere meritorie battaglie in difesa dei bambini, abbiano mai aperto bocca in merito. Mi limito a far notare che la comunicazione costruita ad arte dalla dottrina è perversamente diabolica quanto maledettamente efficace: figliolo, per il solo fatto di essere nato, sei un peccatore. Ma non disperare, grazie alla Verità che ho in tasca e che generosamente condividerò con te in virtù della mia somma magnanimità, se seguirai fedelmente i miei insegnamenti, avrai accesso al perdono e si schiuderanno per te le porte del paradiso. Da fare impallidire i più incalliti esperti di neuromarketing. Sarei curioso di sapere cosa ne pensano psicologi, psichiatri, psicoterapeuti, ecc. sull’impatto sulla salute mentale di un condizionamento di questo tipo che, soprattutto in un’epoca così complessa come quella che stiamo vivendo oggi, va a sommarsi a molte altre situazioni complesse.
Conclusione
Tutto da distruggere quindi? Non sono cieco e so benissimo che anche nel mondo delle organizzazioni religiose ci sono iniziative meritorie di fronte alle quali bisogna togliersi il cappello. Quello che dobbiamo a mio avviso superare, lo ribadisco per l’ennesima volta, è accettare l’intrusione da religione nella sfera pubblica in forma istituzionalizzata, cioè non solo ammessa ma addirittura favorita dallo Stato. Che è formato da tutti noi, quindi anche da chi non è credente o crede in una religione nettamente minoritaria.
- Nota per i puristi dell’italiano: tra i tanti difetti che hanno gli ingegneri, c’è anche quello di prendere a prestito a piene mani termini inglesi — addirittura italianizzandoli in molti casi come questo — quando ritengono che la parola dell’idioma degli anglosassoni renda molto meglio il concetto del suo “equivalente” italiano. In fondo, anche questa è una scelta di efficienza la quale rimane uno degli scopi fondamentali della lingua, qualità in cui purtroppo l’italiano non eccelle. ↩︎
- Personalmente, ritengo che continuare a postulare l’esistenza di fantasiosi esseri trascendenti sia un modo sbagliato di fornire queste risposte. È comprensibile che i nostri antenati in epoche remote non avessero gli strumenti intellettuali per andare oltre. Ma oggigiorno abbiamo a disposizione tutto ciò che serve per proseguire questa ricerca senza dover ricorrere ad espedienti così puerili per l’umanità contemporanea. Ma questo è naturalmente il mio personale punto di vista che è irrilevante rispetto alle tesi illustrate nel post. Non sarò certo io a dire che sbaglia chi, anche nella nostra epoca, riesce a soddisfare la propria esigenza di spiritualità aderendo ad una delle tanti fedi che compongono l’offerta religiosa. ↩︎
- È interessante notare come l’adesione cieca ad una visione del mondo tipica delle religioni abbia contaminato anche altri campi che, almeno in linea di principio, dovrebbero esserne immuni. Se non sorprende, infatti, che ci siano fenomeni come la “fede sportiva” (per definizione, del tutto irrazionale) o quella politica (purtroppo), è abbastanza stupefacente che ci sia, ad esempio, anche quella tecnologica. Anche nel campo della tecnologia, esistono vere e proprie “guerre di religione” tra gli adepti di “chiese” diverse, con manifestazioni tipiche di quelli che sono i contrasti in ambito religioso tra fedi diverse. ↩︎
Credits
Immagine del post: https://en.wikipedia.org/wiki/Flying_Spaghetti_Monster#/media/File:Touched_by_His_Noodly_Appendage_HD.jpg
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